UNA NUOVA ASSOCIAZIONE

PER STUDIARE E VALORIZZARE LE DIMORE RURALI ITALIANE

All’interno del più ampio tema delle risorse paesaggistiche italiane, il sistema delle dimore rurali tradizionali è un capitolo fondamentale. L’esperienza di un territorio come la Valtellina e la Valchiavenna ove i segni della presenza dei contadini-pastori, con pregevoli architetture in pietra e in legno, caratterizzano ovunque l’identità dei villaggi e dei borghi, costituisce un punto di riferimento per una problematica che riguarda tutta l’Italia.  A fronte di una cultura secolare che, in certe regioni, coinvolgeva oltre il 90% della popolazione attiva, non si può che constatare l’insufficiente livello degli studi e delle iniziative per la conservazione e la valorizzazione di questo patrimonio. A parte alcuni isolati e spesso eccezionali interventi il patrimonio dell’architettura tradizionale popolare non è stato e non è adeguatamente tutelato dalla legislazione e, soprattutto, non è stato adeguatamente considerato per il suo valore storico e artistico e per le conseguenti implicazioni di potenziale sviluppo turistico culturale. Demolizioni diffuse, trasformazioni inappropriate, speculazioni immobiliari, stanno rapidamente cancellando edifici di grande importanza e di antica formazione (a volte medioevale, se non alto medioevale).

L’urgenza di approfondire lo studio di questa tematica, unita alla necessità di intervenire con provvedimenti appropriati per la conservazione e la valorizzazione delle dimore rurali italiane ha fatto nascere l’esigenza di creare una associazione dedicata a questo tema.

 

L'intervento del prof. Paolo Bossi durante l'assemblea costitutiva (24 ottobre 2008) nella sala Cesetti-Martini della contrada Furfulera (foto D. Benetti)

 

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[Quaderni Valtellinesi]